Il castello dei Principi di Biscari piano piano sta "rifiorendo". Proseguono
senza intoppi gli imponenti lavori di consolidamento e restauro iniziati lo scorso anno e
si prevede che nella prossima primavera possano essere conclusi come da programma. In
questi giorni l'attenzione degli acatesi è stata attirata dall'applicazione dell'intonaco
sulla facciata esterna, ma all'interno della struttura altre squadre di operai sono
impegnate a realizzare nei vari ambienti pavimentazione e servizi.
La cittadinanza "si compiace" di tanto fervore dopo decenni di
abbandono, ma qualcuno non si spiega perché la torre crollata negli Anni Cinquanta,
durante un nubifragio, non è stata ricostruita: "Peccato - dice il linguista Alfonso
Leone - la ricostruzione sarebbe stata più completa!". Abbiamo girato la domanda
all'ingegnere capo Fedele Ferlante: " In questa fase non è prevista - spiega -, ma
in futuro, con una perizia di variante, niente vieta che il torrione possa essere
ricostruito. I riferimenti storici a quest'angolo del maniero non sono del tutto chiari.
Sarà la Soprintendenza a prendere una decisione in merito".
L'edificio, voluto da Guglielmo Raimondo, barone del feudo di Biscari,
nel 1493, è stato ammesso ai finanziamenti dei Pop della Comunità Economica Europea.
L'importo dei lavori è di tre miliardi e seicento milioni. Quando sarà fruibile
costituirà il fiore all'occhiello della cittadina. È certa l'utilizzazione a scopi
culturali della struttura. Il Comune negli Anni Settanta ne comprò una parte finita nelle
mani di un privato.