L'amministrazione comunale di centrosinistra continua a sgretolarsi senza che
all'orizzonte ci siano segnali di "rifondazione". Nemmeno il tempo di registrare
le dimissioni dell'unico rappresentante dei Democratici, Emanuele Falconeri, che
l'identico passo viene fatto dal vicesindaco Pietro Bellomo, appartenente al movimento
apartitico da lui stesso fondato, "Acate 2000". Nel giro di qualche giorno,
così, i due personaggi più "scomodi" della coalizione, che non avevano mai
mascherato di essere lontani anni luce sul modo di fare politica, hanno tolto il
"disturbo".
Girava la "voce" in paese che le mosse sarebbero state
"conseguenziali" e così è stato; con la differenza che Bellomo ha fatto
conoscere il contenuto della lettera inviata al sindaco Maria Battaglia: " Non
essendoci più le condizioni di convivenza, compatibilità e permanenza in un esecutivo
che si va sempre più caratterizzando per la conflittualità permanente al suo interno
(che provoca solo immobilismo politico-amministrativo) rassegno le dimissioni da tutti gli
incarichi di Giunta". Bellomo ha chiarito che la precedente remissione della sola
delega al Turismo e Spettacolo "aveva solo il senso di aprire uno spiraglio ad una
pur difficile possibilità di ricomposizione della disputa apertasi durante
l'organizzazione della festa di S. Vincenzo".
Nella missiva l'ex vicesindaco fa sapere che ad una richiesta verifica
forte avanzata dai consiglieri di "Acate 2000" "non si è dato alcun
riscontro e anzi sono seguiti segnali negativi e tentativi subdoli di dividere il gruppo.
La risposta di Bellomo è stata "drastica": "I consiglieri Paolo Ventura e
Giuseppe Monello, al termine di un incontro nella sede del Circolo, hanno deciso di
passare all'opposizione".
Per Maria Battaglia, che era sostenuta da nove consiglieri su
quindici, c'è ora il rischio che molte deliberazioni vengano regolarmente bocciate.
L'opposizione può contare su otto membri (con i sei della Federazione di Centro) ma anche
sulle assenze della maggioranza". Prospettive sempre più buie per l'Ulivo,
considerato il "disimpegno" dell'indipendente Francesco Salemi.