Acate, Chiesa Madre chiusa: un pensionato si rivolge al Pontefice


   Per l'ottavo anno consecutivo i fedeli acatesi non potranno assistere alle celebrazioni natalizie nella Chiesa Madre. A distanza di tanto tempo dal terremoto della notte di S. Lucia del'90, che provocò gravi lesioni al luogo sacro, i lavori di restauro sono inspiegabilmente fermi da mesi. La Soprintendenza aveva stanziato duecento milioni per i primi interventi di consolidamento, ma sono serviti soltanto per qualche sopralluogo, saggi e perizie. Sono rimasti soltanto impalcature e ponteggi all'esterno della fabbrica, mentre la ditta che aveva iniziato i lavori si è ripresa le attrezzature depositate all'interno, sembra per un contenzioso con la stessa Soprintendenza. Il parroco, Don Rosario Di Martino, si è "stancato" pure di fare appelli, l'amministrazione comunale, finora, non ha ritenuto di far sentire pubblicamente la sua voce, ma un pensionato, "indignato", ha preso carta e penna e si è rivolto a Sua Santità. Giuseppe Bellassai, ottant'anni compiuti e il "vizio" delle petizioni, con una prosa colorita che suscita l'ilarità dei benpensanti, ha esposto a Giovanni Paolo II le "lamentele dei cittadini", paragonando la vicenda della chiesa intitolata a S. Nicola di Bari perfino alla storia infinita del ponte sullo stretto di Messina.


Emanuele Ferrera

ediz. del  5-12-98