I cacciatori acatesi: "una razza" in via
d'estinzione |
|
I cacciatori di Acate: una "razza" in via d'estinzione. Le due locali
associazioni venatorie, il Circolo di corso Indipendenza e quello di via Marsala,
raccolgono quasi quattrocento persone fra soci e "simpatizzanti", eppure i
tesserini finora rinnovati non arrivano nemmeno a centocinquanta. (erano oltre doppio
nell'89, ndr).
Insomma c'è la possibilità concreta che scompaiano
contemporaneamente o addirittura prima della stessa selvaggina. Le prime giornate della
nuova stagione confermano che fra gli appassionati il disagio e la disaffezione sono alle
stelle. "Qualsiasi pratica sportiva andrebbe guidata e governata -sbotta Giacomo
Zambuto-, non è possibile che i cacciatori, tartassati dallo Stato e dalla Regione, siano
lasciati allo sbaraglio per cacciare i conigli falcidiati dalla mixomatosi e dal virus che
attacca il fegato".
I cacciatori acatesi puntano il dito sulle trasformazioni
agricole, la forestazione, gli incendi, il ripopolamento faunistico scriteriato, il
bracconaggio. Ma la "restrizione" inaccettabile, per loro, è quella degli
ambiti territoriali: "Una battuta di caccia un tempo costituiva un formidabile motivo
di socializzazione fra persone di province diverse -aggiunge il presidente del Circolo di
corso Indipendenza Giuseppe Castiglione-. Assistiamo oggi, invece, -prosegue- a scene poco
piacevoli per la conquista dello spazio fisico per cacciare. Qualche volta gli scontri
verbali rischiano addirittura di trasformarsi in rissa".
"La categoria -conclude Zambuto- sarebbe disponibile a sostenere
ulteriori sacrifici economici purché le Autorità competenti investano nelle cure degli
animali e nel ripopolamento. Sono pochi i conigli e moltissimi i divieti: non ha più
senso imbracciare il fucile".
Emanuele Ferrera
Acate, 18-9-1999 |
|
|
|
|