Acate, chiese inagibili: solo San Vincenzo è aperta al culto

   La comunità cattolica di Acate rischia di restare senza luogo di culto. Su tre chiese, infatti, esistenti nella cittadina iblea, quella Madre dedicata a San Nicolò, quella della Madonna del Carmelo e quella di San Vincenzo, solo quest'ultima è attualmente agibile e aperta al culto, unitamente a una piccola cappella annessa all'Istituto del Sacro Cuore. La chiesa Madre, in particolare, è transennata da circa cinque anni per gli interminabili lavori di consolidamento a causa dei danni riportati in occasione degli ultimi eventi sismici. Come è ormai consuetudine i lavori, dopo un avvio relativamente celere, si sono arenati anche a causa di successivi rilievi avanzati dalla Soprintendenza ai beni monumentali. La chiesa, infatti, pur non essendo di pregevole valore artistico, rappresenta sempre un momento di una certa importanza essendo edificata verso la metà del Seicento. Nel mese di aprile sono i iniziati i lavori di ristrutturazione e consolidamento di un'altra chiesa seicentesca, quella del Carmelo. E anche in questo caso non sono stati rispettati i tempi di consegna dei lavori, previsti per lo scorso mese di ottobre, a causa del successivo lievitare dei costi e della conseguente mancanza di fondi. Unica chiesa attualmente fruibile quindi è rimasta quella dedicata a San Vincenzo Martire annessa al Castello dei Principi di Biscari, reduce anch'essa nel passato di un'interminabile restauro, dovuto a un improvviso incendio sprigionatosi al suo interno, conclusosi solo grazie all'iniziativa del parroco, don Rosario Di Martino il quale ha coinvolto tutta la cittadina nella raccolta di fondi privati che hanno permesso il completamento dei lavori. Le precarie condizioni delle chiese acatesi hanno spinto un ex amministratore, Giuseppe Bellassai, ormai da tempo in pensione non sempre attento, nonostante l'età avanzata, ai problemi cittadini, a farsi portavoce di tutta la comunità cattolica inviando una lettera al Santo Pontefice. Giovanni Paolo II, per richiedere il suo «autorevole intervento» al fine di sbloccare almeno i lavori di restauri relativi alla chiesa Madre. Oltre che al Santo Padre, la missiva è stata inviata, per conoscenza, anche al vescovo di Ragusa, monsignor Rizzo, e al Presidente della Repubblica. Il signor Bellassai non è nuovo a simili iniziative. In passato, infatti, quando si sono presentati altri importanti problemi riguardanti la comunità acatese, si è spesso rivolto a alte cariche dello Stato, compreso il Presidente della Repubblica, ricevendo sempre «regolare risposta scritta» e promesse di interessamento per la risoluzione di quanto denunciato.


Salvatore Cultraro

ediz. del 18-12-98